La poetica del simbolismo è alternativa alla pittura accademica, al realismo ed all'impressionismo e rappresenta il collegamento tra la pittura dell'Ottocento e quella del Novecento, costituendo una delle premesse alle rivoluzioni formali delle avanguardie. L'allestimento è cronologico e presenta i temi più ricorrenti: la vita e la morte, lo scorrere del tempo, il sogno e la riflessione, il mistero e i grandi miti.Invece il catalogo elenca gli artisti in ordine alfabetico.
La prima sezione è dedicata ai precursori, che anticiparono la sensibilità simbolista: il mondo wagneriano di Aubrey Beardsley (“Sigfried”), la pittura preziosa ed erudita di Gustave Moreau (i celeberrimi “Edipo e la Sfinge” e “L'apparizione”, tra altri splendidi), la ieratica rievocazione di una “perduta età dell'oro” con Pierre Puvis de Chavannes (“La Morte e le fanciulle” e “Fanciulle in riva al mare”), le atmosfere sospese e romantiche di Arnold Bocklin (“Villa in riva al mare”, “Sera di primavera”), la bellezza femminile idealizzata in Dante Gabriel Rossetti (“Beata Beatrix”), il mondo cavalleresco di Edward Burne-Jones (“La principessa addormentata”), le memorie classiche di Gustave Courtois (“Orfeo”), il classicismo malinconico di George Frederick Watts (“Endimione”).
La seconda sezione presenta i più importanti protagonisti della stagione simbolista che credettero nel Manifesto pubblicato a Parigi nel 1886, a pochi mesi dalla chiusura dell'ottava ed ultima mostra impressionista: le creazioni di Odilon Redon sospese tra realtà e fantasia, l'inedito e raffinato primitivismo di Paul Gauguin (“Conversazione”) , l'elegante pittura dei Nabis (Maurice Denis), i Rosacroce, tra cui Fernand Khnopff (“Who shall deliver me?” e “Segreto-Riflesso”), sacerdote di un'arte misteriosa e fuori dal tempo, il lugubre Max Klinger (le incisioni da “Della morte”).
La terza sezione illustra il perdurare dell'estetica simbolista nel Novecento, con maestri italiani (Gaetano Previati, Giovanni Segantini e Giuseppe Pellizza da Volpedo) accanto a stranieri (Piet Mondrian, Frantisek Kupka, Edvard Munch, Gustav Klimt, Wilhelm List e Ferdinand Hodler). Proprio di Klimt è l'immagine-manifesto della mostra, quel “Le tre età della donna” del 1905 esposto alla GNAM che da solo vale la visita alla mostra.
Ferrara, Palazzo dei Diamanti, fino al 20 maggio 2007, tutti i giorni dalle 9 alle 20, venerdì e sabato dalle 9 alle 22, ingresso euro 9,00, catalogo Ferrara Arte, infoline 0532.244949, sito internet www.palazzodiamanti.it.
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, dal 7giugno al 16 settembre 2007.
Teatro